Durante la conferenza stampa in vista del match Napoli-Inter, il tecnico nerazzurro, Antonio Conte, ha parlato della forma dei suoi ragazzi, considerando anche le critche nei suoi confronti. Ecco alcune delle sue parole:

“Andiamo lì a giocarci la partita per cercare di ottenere una vittoria, alla fine della partita vedremo quale sarà il risultato. Non possiamo permetterci di fare calcoli, non conviene mai, diventerebbe deleterio. Quanto mi danno fastidio le critiche continue all’Inter o che giochiamo in modo troppo difensivo? Ormai ho capito che il problema sono io, quindi me ne faccio una ragione. L’importante è che non tocchino l’Inter. Riguardo al primo posto, non dobbiamo correre, sappiamo i sacrifici che abbiamo fatto per trovarci in questa posizione, dobbiamo essere umili e sapere che ancora mancano degli step per arrivare a coronare un sogno per noi”; dice l’ex allenatore della Juventus.

“Il Napoli è una squadra forte. Come sono forti loro dovremo dimostrare di essere forti noi. Abbiamo grande rispetto per l’avversario”, ha concluso il tecnico dell’Inter.

La notizia arriva proprio alla vigilia dello scontro diretto tra Atalanta e Juventus, con attualmente un solo punto di differenza in classifica. Cristiano Ronaldo non è disponibile e quindi non scenderà in campo contro la squadra di Gasperini. Parla Andrea Pirlo ai microfoni di “La Repubblica”“Cristiano sentiva i flessori carichi e in questi giorni non è riuscito a spingere in allenamento come voleva e come riteneva opportuno. Parlando anche il suo preparatore e con lui, abbiamo ritenuto che non fosse il caso di rischiare”.

Non si tratta di un infortunio grave. In realtà, il problema sarebbe legato nello specifico alla stanchezza del portoghese. Pirlo ha dunque deciso di schierare Paulo Dybala dal primo minuto, come riferisce “Tuttomercatoweb.com”. L’argentino non era partito titolare dal 10 gennaio nel match contro il Sassuolo.

L’esterno nerazzurro, Achraf Hakimi, sta vivendo momenti incredibili all’Inter che ormai è ad un passo dalla conquista del 19° scudetto. L’ispano-marocchino, addirittura, è uno dei protagonisti tra le file della “Beneamata” di quest’anno, rendendosi decisivo con gol e assist. La prestazione più recente lo dimostra: è stato lui a dare l’assist a Darmian che ha segnato il gol dell’1-0 contro il Cagliari, valido per l’undicesima vittoria di fila in Serie A – un record. “È stato un bellissimo gesto d’affetto – racconta la freccia della nazionale marocchina – il mister è con noi qualunque cosa succeda. È un fratello maggiore, per età ed esperienza. Ci lascia liberi, ci permette di divertirci e in campo si vede. Fa parte di quel gruppo che lui stesso ha costruito”.

La professionalità di Hakimi si vede, dunque, anche fuori dal campo e non è questo l’unico esempio: come riportato da “La Repubblica”, durante un’intervista, Hakimi ha risposto alla domanda sull’esultanza per rendere tributo a George Floyd quando giocava ancora al Borussia Dortmund: “Noi persone pubbliche dobbiamo dire al mondo che non esistono differenze e impegnarci perché il razzismo non esista più. È un enorme dispiacere che sopravviva, in questo secolo. Le persone vengono trattate diversamente per il colore della propria pelle. Non lo meritano, non è accettabile. Abbiamo tutti un cuore, e arriva un momento nella vita in cui bisogna capirlo”.

I quarti di finale di Europa League non regalano nessuna sorpresa: avanzano la Roma, il Manchester United, l’Arsenal e il Villarreal. Ancora una volta dominano le inglesi, mantenendo possibile l’opzione di un’altra finale composta da due squadre dall’isola come nel 2019.

Il Manchester non ha difficoltà contro il Granada, battuto 2-0 sia all’andata che al ritorno. Basta un gol di Edinson Cavani e una autorete di Vallejo nel finale del secondo tempo. Ai Red Devils potrebbero bastare due successi per riconquistare l’EL come nel 2017.

Spazzato via anche lo Slavia Praga dall’altra componente inglese. I Gunners stendono la capitale ceca con un 4-0 secco, segnando i primi tre gol prima dell’intervallo. Alexandre Lacazette va a segno due volte. Vittoria schiacciante dell’Arsenal nonostante l’assenza di Pierre-Emerick Aubemayang. Il gabunense è stato in ospedale dopo aver annunciato di aver contratto la malaria. “Nelle ultime due settimane non mi sentivo me stesso, presto rientrerò più forte che mai”, ha detto Auba.

L’avversario dell’Arsenal sarà il Villarreal, vincente contro la Dinamo Zagabria per 2-1 (1-0 all’andata). Segnano Paco Alcacer e Gerard Moreno per gli spagnoli che a pochi minuti dal termine subiscono gol da Orsic.

Dopo la vittoria per 2:1 in casa del Borussia Dortmund, l’allenatore celeste, Pep Guardiola, ha commentato così la prestazione dei suoi ragazzi ai microfoni di Sky Sport: “In questa competizione tutto è possibile. Finalmente abbiamo raggiunto la semifinale“.

Un episodio abbastanza dubbio che riguarda un rigore non dato al Dortmund, lo spagnolo, invece, lo considera netto: “Chiaramente, è rigore”, risponde ai microfoni, rispettando però l’avversario: “Nei primi 20 minuti hanno giocato molto bene. Sono forti”, facendo i complimenti nello specifico a Marco Reus e Mats Hummels, ma anche al giovane Jude Bellingham, un ragazzo di 17 anni che ha portato i gialloneri in vantaggio.

Per il ManCity non sarà l’unica semifinale da giocare: prima di affrontare il PSG in Champions League, c’è il Chelsea da battere nella FA Cup questo sabato.

La gara di ieri certifica una costante dell’annata bianconera. La Juventus ha un grande potenziale nei piedi, nella testa e nel sacrificio di tanti giovani talentuosi, ma, proprio come un giovane studente, non riesce a mantenere alta la soglia dell’attenzione. Sono le due facce complementari della medaglia bianconera dell’attuale stagione.

RECTO – Più che un diritto della medaglia, il primo tempo di Juve-Genoa ne presenta almeno due, Kulusevski e Morata. Stupisce, ma dopo la partita con il Napoli fino a un certo punto, l’atteggiamento della squadra di Pirlo che nei primi 45 minuti scende in campo per fare la partita. La consapevolezza è quella propria di chi sa che vuole prendersi i tre punti e impiegherà ogni grammo di energia fisica e mentale per riuscirci. La Juventus cerca risposte per restare in scia del Milan, vittorioso a parma il giorno prima. La prima arriva da Dejan Kulusevski, il figliuol prodigo che si fa perdonare il grave errore del derby e mostra un accenno del proprio repertorio con il gran sinistro che sblocca il match dopo 4 minuti. La rete è il preludio ad un’ottima prestazione dell’ex Parma che si impegna nella doppia fase e sembra un giocatore completamente diverso dalla spaesata comparsa delle ultime uscite. L’apporto qualitativo che lo svedese conferisce alla manovra si nota e per tutto il primo tempo l’asse Cuadrado-Kulu è una spina nel fianco della retroguardia ospite. L’altro aspetto positivo è il ritorno al gol di Alvaro Morata, che mancava all’appuntamento con la rete da oltre un mese. La conclusione vincente dello spagnolo vale il 2-0 al 22′. Quando il risultato si è fatto rassicurante, qualcosa è però andato storto. E qui entra in gioco il lato più preoccupante di una squadra bifronte.

VERSO – Chiamatela stanchezza. Chiamatela eccesso di sicurezza. Ma la parentesi piuttosto estesa che ha visto la Vecchia Signora sbandare nella ripresa è uno dei principali limiti di una squadra che sta ancora cercando la migliore maniera per esprimere il proprio potenziale. La rete di Scamacca da calcio piazzato fa sprofondare la Juventus nell’incertezza. Vecchi timori riaffiorano, i punti fermi vacillano. Il limbo del dubbio fa da scenario alle giocate dei bianconeri. La manovra perde fluidità, ogni pallone pesa. Per un attimo, nel vedere Scamacca e Pjaca arrivare con troppa facilità alla conclusione, scorrono nella mente le immagini dell’ultimo derby, con gli attaccanti granata lanciati a rete. Uno Szczesny in una delle migliori versioni di se stesso sventa le minacce. L’imprecisione dei genoani fa il resto. Ma il campanello d’allarme è suonato. Il gol del subentrato McKennie allontana solo momentaneamente gli incubi più neri. Quando stacca la spina, questa Juventus è fragile. Se non mantiene alti i ritmi, la squadra di mister Pirlo è vulnerabile. Lo conferma anche il dato dei gol subiti: almeno uno nelle ultime 6 gare. Se a quanto detto aggiungiamo poi che la stella Ronaldo non ha prodotto altro che sbuffi di rabbia, dobbiamo segnalare che finanche i più esperti vanno in bambola quando le cose si complicano. L’allenatore non pare aver trovato la cura alla patologia che il paziente Juventus si trascina dietro dall’inizio della stagione. Ma a questo punto, la spina deve essere ben collegata. La concentrazione al massimo. Il calendario non è dei più agevoli. C’è subito l’Atalanta a saggiare la tenuta mentale di Ronaldo e compagni. Poi sarà la volta del Milan e alla penultima giornata dell’Inter. Senza dimenticare la trasferta del Franchi contro una Fiorentina che all’andata mise a dura prova la determinazione e l’attenzione dei bianconeri. Meno rabbia e più testa, dunque. E l’obiettivo piazzamento Champions non verrà gettato via come fasce e magliette.

In Serie A, la corsa per la competizione europea più prestigiosa sta per giungere al termine. Restano 8 giornate da giocare e le distanze tra le prime 7 squadre in classifica si riducono sempre di più. Escludendo l’Inter (capolista da febbraio) che è vicinissima alla conquista del 19° scudetto, si può dire che per le inseguitrici tutto è ancora possibile, dato che Milan, Juventus, Atalanta, Napoli, Lazio e Roma sono riuscite a vincere. La classifica, dunque, è cambiata di poco.

I rossoneri reagiscono dopo lo stop casalingo contro la Sampdoria e battono il Parma per 3-1 al Tardini. Lo scudetto, molto probabilmente, però, andrà in casa nerazzurra. Dietro al “Diavolo” c’è la Juve che ugualmente potrebbe già salutare il sogno del 10° scudetto consecutivo, nonostante il successo contro il Genoa. Ma i bianconeri hanno ancora la finale di Coppa Italia da giocare, ovvero contro l’Atalanta, attualmente al 4° posto a -2 dalla squadra di Stefano Pioli. In una partita molto combattuta la Dea conquista i tre punti sul campo della Fiorentina grazie ad un 3-2. Occhio però anche al Napoli, vincente contro la Sampdoria e sempre vicino ai posti per la Champions League. Infine, anche le due squadre della capitale (Lazio e Roma) conquistano i tre punti contro l’Hellas Verona e il Bologna.

Il tecnico del Parma, Roberto D’Aversa ha provato tutto, ma i tre punti li conquista il Milan. Dopo un primo tempo a bassi livelli da parte dei suoi ragazzi, arriva una reazione nella ripresa – senza successo. Nel post-match, D’Aversa ha commentato la partita che ha permesso al Milan di restare al secondo posto in classifica. Queste sono le sue parole:

“Nel secondo tempo non abbiamo sfruttato bene la superiorità numerica. Ci sono state delle occasioni, ma non le abbiamo concretizzate. La partita è stata compromessa nel primo tempo, con i ritmi giusti avremmo potuto mettere in difficoltà il Milan. Ma non meritavamo la sconfitta. Le due reti sono merito non tanto delle qualità avversarie, ma della nostra poca cattiveria – ha detto il tecnico parlato dell’uno-due rossonero -. Non possiamo partire nel primo tempo con un approccio così timido e rinunciatario, c’è stata poca voglia di mettere in difficoltà l’avversario”. Male Gervinho sostituito all’intervallo con Cornelius: “Ho fatto un cambio, ma in tanti hanno giocato sotto tono nella prima frazione di gioco. Gervinho non è l’unico responsabile, nella ripresa c’è stato un atteggiamento diverso e ci teniamo solo la reazione.”

Considerando che il Parma sta lottando ancora per la salvezza, D’Aversa ha ribadito la sua opinione anche su questo:

“Mancano partite che possono permetterci di raggiungere l’obiettivo. Siamo ‘bellini’, ma preferirei avere qualche punto in più. In un campionato di Serie A ci sono degli atteggiamenti che vanno cambiati”.

Il cosiddetto “Clasico” non è una partita di calcio come tutte le altre. Si affrontano le due squadre più gloriose della Spagna che anche a livello mondiale fanno parte delle superiori. Il duello tra Real Madrid e FC Barcellona è storia, è tradizione – pur non essendo un derby cittadino. Oggi, alle ore 21.00 sarà tutto pronto per la 182° edizione del match odierno.

Qualcosa che raramente si vede nel calcio spagnolo: nessuno dei due club disputerà la partita di stasera da primo in classifica. Sia il Real che il Barca sono dietro all’Atletico Madrid che però potrebbe perdere il primato in caso di una vittoria del Barca e un mancato successo domani contro il Betis Sevilla. Attualmente, i biancorossi sono in vetta con 66 punti. Seguono i blaugrana con 65 e i “Blancos” con 63 – più eccitante di così?

Il turno d’andata lo ha deciso addirittura il Real a suo favore con 3:1 in casa di Lionel Messi (che ovviamente scenderà da titolare in campo). Vincendo anche oggi, la corsa verso il titolo di campione di Spagna resterà aperto.