Apre in via del tutto eccezionale nella giornata di oggi lo Juventus Museum. I visitatori potranno anche prenotare gli Stadium Tour e respirare l’atmosfera dell’impianto bianconero. Nei prossimi giorni sarà possibile visitare il sacrario bianconero senza però usufruire di tour dello stadio, poiché l’Allianz ospiterà i match finali della Uefa Nations League.

IL PASSATO A TINTE BIANCONERE – Ripercorrere l’evolversi delle vicende che hanno contraddistinto la storia del Club torinese è come sfogliare il proprio personale album di ricordi. Quello tirato fuori dal fondo del cassetto. Quello con le pagine ingiallite e le fotografie consumate dallo strofinio dei polpastrelli delle dita. Il museo della Juventus propone la medesima sensazione con la differenza di un filtro moderno che riesce a combaciare in un incastro perfetto sulle pieghe della memoria. Visitare lo Juventus Museum nei locali dell’Allianz Stadium significa acciuffare con una mano più di un secolo di emozioni e con l’altra sfiorare l’innovazione multimediale che rende la concezione museale stessa davvero all’avanguardia. Esperire la modernità del J-Museum permette al visitatore curioso di spazzare via la polvere, senza però intaccare i sobbalzi emotivi che il contatto con un calcio d’altri tempi può certamente generare. Nato dalla volontà del Club di celebrare la propria storia, la Juventus mette a disposizione di chi si immerge negli ambienti del museo trofei e memorabilia che, godendo a pieno di un allestimento che la componente multimediale rende ancor più efficace da un punto di vista comunicativo, possono dialogare in piena libertà con il visitatore, avvolto e coinvolto in un’atmosfera unica. Inaugurato il 16 maggio 2012 e ampliato nell’offerta l’anno successivo, il museo intende rivolgersi ad ogni tipologia di pubblico, dal tifoso bianconero all’appassionato di calcio, dal più esperto conoscitore dell’ultracentenaria storia del Club al più giovane iuventino. I Palloni d’Oro alzati dai campioni bianconeri, le maglie dei giocatori che hanno superato quota 300 presenze, le Coppe che hanno coronato i trionfi passati e più recenti, fino alla speciale sala che chiude il percorso spiegando le caratteristiche del Dna bianconero.

UNO SGUARDO IN AVANTI – La strada intrapresa dallo Juventus Museum colloca la struttura in una condizione pioneristica per quanto concerne l’Italia. La concezione di perfetta sintesi tra impostazione tradizionale e percorsi esperienziali ha avvicinato la Juventus alle ben più radicate realtà europee. Una su tutte, il FC Bayern Museum, il più grande esempio di museo di club tedesco. Anch’esso situato all’interno dello stadio di proprietà, affianca alla visita del museo quella dell’impianto sportivo. La componente multimediale si esprime in tutto il suo vigore lungo i 3000 metri quadri di allestimento. I cimeli e i prestigiosi trofei esposti godono così di nuova luce in percorsi dal forte impatto emotivo. Molto suggestiva per immediatezza comunicativa la gigantesca Hall of Fame con tutti i principali protagonisti della storia del Club: i volti di ogni era compongono la parete dei ricordi, ciascuno è un mattone fondamentale del muro della leggenda. L’esempio tedesco si completa con le aree dedicate ai più piccoli visitatori: percorsi ludici e ricreativi con la possibilità di intrattenersi nella casa della mascotte del Club, Berni. Percorsi didattici, articolati in base all’attività dei partecipanti, sono stati approntati anche per il J-Museum, nell’ottica di fornire al pubblico la più completa offerta possibile. Interessante la più recente sezione dedicata all’area J|Sport: qui trovano posto i cimeli di numerosi atleti uniti dalla passione bianconera: Stefano Baldini, Tania Cagnotto, Carolina Kostner ed altri hanno donato al museo testimonianze importanti della loro carriera. Un ulteriore passo in avanti che può essere compiuto qualora il Club riuscisse a guardare con occhio diverso la realtà del tifoso. Non è questa la sede per addentrarsi in un argomento che meriterebbe ben altri spazi. Ma riteniamo che per far entrare a pieno i sostenitori di Madama nel sacrario bianconero, un utile suggerimento giunge, ancora una volta, dalla realtà bavarese. Facciamo riferimento ad una particolare sezione dell’esposizione che raccoglie la parte più sentita del tifo, gli oggetti e le peculiarità che più di altri veicolano la devozione profonda deli supporters nei confronti del club: l’abbigliamento, i canti, i movimenti coreografati. Manca in tal senso un corrispettivo nel museo torinese. La proposta bianconera di consentire ai visitatori di poter vestire la divisa del proprio beniamino mediante la Virtual Room, non riesce a trasmettere a pieno l’immersione nella comune famiglia iuventina. Il futuro del J-Museum può regalare nuove concrete esperienze. E, se è vero che le nuove frontiere della museologia devono ormai stabilmente orientare l’ago della bilancia sul pubblico, è in tale direzione che le nuove proposte devono esplorare il terreno. Siamo sicuri che il guanto di sfida del futuro possa essere ben raccolto e rilanciato.