GOOGLE CHROME – La chiamano “Navigazione in Incognito” e si abilita con una sequenza di tasti (Ctrl + Maiusc + N) o semplicemente dal menù in alto a sinistra “Nuova Finestra di Navigazione in Incognito”. Per molti informatici NERD è conosciuta come “Modalità Porno” poiché non memorizza cronologia, immagini e link sul pc. Ed è questo il punto. Cosa vuol dire in incognito? A chi è riferito? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sull’argomento con qualche piccola nozione di privacy e relativi argomenti.

SOLDI E PUBBLICITA’ – Come sempre nel Web ci si imbatte in queste 2 parole magiche dal significato infinito. Procediamo con ordine e con un esempio diretto: se cercate – su google dal PC – un servizio, un medico o informazioni su un argomento visualizzerete le pubblicità associate e correlate anche sul vostro cellulare. Provare per credere. Com’è possibile tutto questo? Si chiamano Cookies e non sono i famosi (e buonissimi) biscotti. In parole molto semplici: tutto quello che scriviamo sul motore di ricerca google o su siti dove abbiamo accettato i Cookies viene memorizzato ed analizzato per fornire contenuti pubblicitari mirati. Perciò, se avete cercato un modello di scarpe della marca X sul vostro PC e avete lo stesso account google anche sul cellulare vi ritroverete annunci “mirati” della marca X o di e-commerce che vendono la marca X. Tutto questo è geniale o diabolico? Dipende da quale punto di vista si osserva.

LA LINEA DI CONFINE – Sottilissima, poco chiara e poco regolamentata. Già, poco regolamentata. Chi ha scritto il GDPR – seppur con nobili intenzioni – ha tralasciato enormi buchi ed evidenziato come la mancanza di informazioni tecniche sia evidente. Un po’ come nel film “Prova a prendermi”: se vuoi combattere i falsari, ingaggiane uno abile nella tua squadra. Per le disposizioni sul GDPR non è successo e si è ottenuta una cura per i sintomi e non per le cause. Tuttavia, quest’argomento sarà sviluppato successivamente nel KorosMagazine. Tornando alla linea di confine tra geniale e diabolico, l’interesse generale del navigatore deve essere comunque tutelato, a prescindere dalle intenzioni o dai soldi! Il termine “Navigazione Anonima” è sicuramente fuorviante o infelice in qualsiasi contesto che implichi una memorizzazione esterna delle tue ricerche.

USA – Un paese che mi sorprende sempre. Questa volta in senso positivo. A Giugno del 2020 un gruppo di cittadini statunitensi ha formato una Class Action sostenendo che Google Chrome avrebbe archiviato le loro informazioni personali anche durante la Navigazione in Incognito. Questa causa porterebbe 5mila dollari ad ogni utente del gruppo per un totale di 5 miliardi di dollari (fonte Reuters). Google, ovviamente, si difende affermando che i dati non vengono salvati sul dispositivo di utilizzo ed ha chiesto l’archiviazione.

Lucy Koh – E’ il nome del giudice della corte distrettuale di San Jose che ha respinto la richiesta di archiviazione con la seguente motivazione:

Google non ha informato gli utenti che Google Chrome si impegna nella presunta raccolta di dati mentre l’utente è in modalità di navigazione in incognito

A breve ci sarà un processo miliardario. Nel frattempo, è comparso il seguente avviso all’apertura della finestra in incognito:

Prima di continuare
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Si attendono aggiornamenti a breve e secondo i rumors si fa sempre più largo l’idea di un patteggiamento con un rimborso diretto.