PENA CAPITALE – La magistratura iraniana ha emesso 400 pene detentive per gli attivisti protestati che vanno dai 5 ai 10 anni e 11 condanne alla pena capitale. Questa decisione – poco accettabile per uno stato civile – ha scatenato le proteste dal 16 Settembre. In realtà già nel 2019 ci sono stati episodi abbrerranti, 1500 persone sono state uccise per strada in soli tre giorni. Queste proteste hanno sia in passato che ora sempre il solito obbiettivo: il riconoscimento dei diritti civili. Questa nuova generazione ha quel coraggio che quelle di prima non avevano e manifestano per quello in cui credono.

INIZIO DELLE RIVOLTE – Le rivolte sono scoppiate in seguito all’ uccisione di Mahsa Jina Amini, avvenuta il 16 settembre; una ragazza che è stata uccisa perché non portava correttamente il velo; anche se il Sacro Corano non impone il velo, è una scelta della donna se indossarlo o meno. Le manifestazioni si evolvono e includono sempre più generazioni, non riguardano solo il velo ma tutta la condizione sociale. Fino ad ora oltre alla morte di Mahsa Jina Amini altri due giovani sono stati uccisi : Mohsen Shekari è stato impiccato l’8 dicembre e Majidreza Rahnavard il 12 dicembre. Entrambi sono stati giustiziati con l’accusa di  “moharebeh”, tradotto “ostilità contro Dio”.

rivolte in Iran