Dopo che il gip ha scarcerato due degli indagati, una nuova clamorosa ipotesi si affaccia nell’inchiesta sul disastro della Funivia del Mottarone, per essere sottoposta al vaglio degli inquirenti: un’anomalia alla fune.

I MOTIVI DELLA SCARCERAZIONE – Il gip di Verbania Donatella Banci Bonamici ha deciso per la scarcerazione di Luigi Nerini, il titolare della società, ed Enrico Perocchio, il responsabile del servizio, nei confronti dei quali secondo lei esisterebbe solo un “modesto quadro indiziario”, in quanto ha ritenuto le loro dichiarazioni coerenti e non smentite dai fatti, e rilasciate spontaneamente, senza neppure essere interrogati; in merito al movente economico, non avrebbe senso, dato che sospendere l’attività per la manutenzione, in questo momento della stagione ancora in partenza, non avrebbe portato un danno economico rilevante. Infine, essendo Perrocchio dipendente della Leitner, addetta anche alla manutenzione dell’impianto, con una scelta scellerata del genere non avrebbe fatto altro che danneggiare la professionalità e la reputazione della stessa società.

LA NUOVA IPOTESI – Ma da dove salta fuori questa nuova ipotesi nell’indagine? Come riporta il Corriere della Sera, sarebbe stato Davide Marchetto, il responsabile tecnico della Rvs di Torino, a suggerire l’ipotesi; il tecnico, ascoltato il 27 maggio come persona informata sui fatti, si è occupato di due interventi di manutenzione sulla funivia di Stresa: il primo il 4 febbraio, riguardante proprio un malfunzionamento della pompa della centralina dei freni, risolta con la sostituzione della stessa, e il secondo il 30 aprile quando Gabriele Tadini, il caposervizio della funivia ora ai domiciliari, gli avrebbe indicato un problema su un’altra cabina. Marchetto inoltre rivela di aver sentito Tardini il 3 maggio per sapere se era tutto in ordine, ricevendo da quest’ultimo una risposta affermativa. Marchetto conclude poi spiegando che se la centralina dei freni della cabina segnalava una perdita di pressione, criticità non comunicata da Tardini nel corso del suo ultimo intervento, una delle ipotesi potrebbe essere un’anomalia alla fune. Dunque, mentre gli inquirenti vagliano la nuova ipotesi, il piccolo Eitan, unico superstite delle 15 persone presenti al momento della sciagura, salvato dall’abbraccio del suo papà, è fuori pericolo e ha lasciato la rianimazione.