Quali le strategie per ritornare alla normalità?
E’ ormai più di un anno che la pandemia è iniziata. Ne sappiamo molto di più che all’inizio: il Covid è di tipo influenzale, quindi quasi scompare d’estate. Se uno si ammala di Covid e ne guarisce, gli anticorpi generati lo difendono in media per 6 mesi. Le politiche di distanziamento stanno inoltre selezionando forme di Covid sempre più contagiose. La ricerca medica ha sviluppato, a tempo di record, numerosi vaccini, ma il virus, come tutti quelli influenzali, si modifica molto rapidamente e richiederà la continua realizzazione di nuovi vaccini capaci di sconfiggere le varianti che via via si presenteranno. L’Europa si è resa conto di essere sola, sedotta ed abbandonata dagli US. Il nuovo Presidente Biden, de facto, sta proseguendo nella strategia di Trump, l“America First”. Gli US si sono infatti accaparrati tutti i vaccini e li distribuiranno in Europa solo quando, fra qualche mese, sarà terminata la campagna di vaccinazione di loro. Meglio dell’Eropa hanno fatto sia Uk ed Israele che sono riusciti a organizzare una campagna di vaccinazione efficiente. La UE ha dimostrato di essere un nano politicamente parlando. Non ha la forza di farsi dare un po’ di vaccini dagli US, non ha la forza di tenere in loco la produzione vaccinale e non ha la forza politica di staccarsi dagli US per chiedere alla Russia di fornirle un po’ di vaccini. Anzi, si assiste sgomenti alle pesanti accuse di Biden rivolte verso Putin e verso la Russia. Non è bene che la Russia venga spinta fra le braccia della Cina. Anche perché questa situazione molto critica è in contemporanea con la perdita di valori fondanti, con la scristianizzazione ormai inarrestabile del vecchio Continente, con la crisi economica e con le evidenti difficoltà. Sono in crisi i nostri ideali democratici che ci rendono forti.
Che fare? La strategia che i Governi Europei sembrano vogliono perseguire mi sembra poco proficua. Avremo i vaccini in quantità solo fra qualche mese. Ha senso fare una vaccinazione di massa a maggio quando il virus, se ripetesse il pattern dello scorso anno, dovrebbe aver perso totalmente vigore? L’ombrello vaccinale dovrebbe durare 6 mesi-un anno. Perché sprecare la protezione vaccinale durante i mesi estivi? Non sarebbe sensato programmare la campagna vaccinale a settembre-ottobre in modo da avere la protezione massima proprio durante i mesi autunnali ed invernali, quelli di maggiore contagio? E poi, visto che i vaccini dovrebbero immunizzarci per circa un anno, quando fra 12 mesi inizieranno a perdere efficacia, che si fa? Si ritorna a vaccinare di nuovo 60 milioni d’italiani? E questo da ripetere ogni anno? Già adesso vaccinare tutti gli Italiani sembra del tutto pazzesco. Figuriamoci l’impatto che avremmo se programmassimo una vaccinazione di massa ogni anno… Insomma non c’è dubbio alcuno che la strategia della vaccinazione di massa di tutta la popolazione italiana forse la possiamo fare una volta, non di certo ogni anno. L’attuale politica di contenimento della pandemia basata sulle vaccinazioni di massa è, almeno a lungo termine, quasi del tutto impraticabile.
Neanche l’opposto è praticabile. Non vaccinare nessuno e lasciare che la pandemia colga il suo tristo tributo non sono strategie adatte a un popolo buonista come il nostro. Possono farlo gli svedesi, ma noi no. E’ contro il nostro DNA.
Rimane un’unica possibilità. Trattare il Covid come se fosse una normale influenza. La strategia da seguire sarebbe quindi quella vaccinare ogni anno solo gli anziani e puntare sulle terapie (anticorpi monoclonali?) più che sui vaccini per proteggere la restante popolazione non vaccinata. Puntare sullo sviluppo di terapie curative significherebbe per l’Europa dimostrare di avere coraggio e personalità perché mostrerebbe di essere capace di elaborare strategie indipendenti da quella degli US. Significherebbe inoltre infondere la speranza nella popolazione europea che il declino non sia inarrestabile. Possiamo ancora giocare un ruolo importante nel mondo. Non siamo infatti una espressione geografica, siamo una potenza non solo economica che ha il diritto/dovere di giocare un ruolo nello scacchiere internazionale.