L’allenatore dell’Atalanta nel postmatch dopo il 5-0 al Bologna ha parlato nuovamente della Superlega. Con il progetto avviato definitivamente, i successi della sua Dea sarebbero stati inutili, dal suo punto di vista. Ecco alcune delle sue parole riportate da “La Repubblica”:

“Dal primo anno perdiamo pezzi, quando arrivano le squadre importanti offrono tanti soldi. Il primo anno offrivano anche sette-otto volte quello che prendevano i miei. Nel tempo anche noi abbiamo cambiato qualcosa, alla fine il bilancio per i Percassi è legge, non si può uscire da una determinata situazione. Per noi spendere 50 milioni è impossibile. Se fosse partita la Superlega queste partite sarebbero state inutili, e tutto per salvare 12 società. Per cosa avremmo giocato? La Coppa Italia a cosa sarebbe servita?”.

Inoltre, ha sottolineato anche l’importanza del fatto che il calcio è uno sport per i tifosi che si divertono a giocarlo e a seguirlo: “Il calcio è uno sport seguito in tutto il mondo, la speranza è sempre che il piccolo possa competere con il grande, poi se dobbiamo sempre andare in bicicletta e gli altri in Ferrari va bene. Tutto è migliorabile, ma bisogna farlo in base alle possibilità. Le nostre sono aumentate, abbiamo modo di dare contratti leggermente più alti e spendere un po’ di più, senza però mettere a rischio il calcio. Per fortuna c’è sempre la gente che capisce tutto benissimo e i calciatori stessi, oltre agli allenatori. Pensate cosa sarebbe successo a Firenze oggi se si fosse giocato con il pubblico. Se ci avessero invitato, avrei chiesto alla società di rifiutare. Lunedì scorso pensavo che tutto fosse finito”.

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