Julian Nagelsmann torna a “casa sua”: dopo due anni seduto sulla panchina del RB Lipsia sarà il nuovo mister del Bayern Monaco. Lo confermano entrambi i club, come riportato dal “Kicker” questa mattina. Il 33enne nato a Landsberg (60 km da Monaco) ha firmato un contratto fino al 2026 con i bavaresi. Quello attuale con il Lipsia scade nel 2023.

Nagelsmann ha ringraziato i responsabili della RB. “Lascerò l’RB Lipsia con il cuore pesante”, ha detto. “Lipsia è qualcosa di speciale – eppure me ne andrò. Non ho mai fatto mistero del fatto che la posizione di allenatore al FC Bayern Monaco mi attrae e che accetterei volentieri questo lavoro se questa opportunità forse unica dovesse presentarsi. È qualcosa di molto speciale per me assumere l’incarico di allenatore al FC Bayern”.

Dopo aver lasciato il TSG Hoffenheim nel 2019 per una cifra bloccata di cinque milioni di euro, Nagelsmann aveva portato l’RB Lipsia al terzo posto e alle semifinali di Champions League nella sua prima stagione. I sassoni sono attualmente in corso per finire secondi dietro il Bayern.

Jannik Sinner non è l’unico tennista italiano a conquistare un successo dopo l’altro. Infatti, l’altoatesino 19enne è salito al 18° posto nella classifica mondiale dop aver raggiunto la semifinale dell’ATP a Barcellona. Può festeggiare anche Matteo Berrettini: il romano resta nella Top 10 mondiale dopo aver vinto a Belgrado. Così, si è anche avvicinato all’argentino Diego Schwartzmann, distante 197 punti. Il mondo del tennis italiano, dunque, può sorridere avendo un futuro brillante davanti a sè. In totale, sono 10 i tennisti tra i primi 100 del mondo: dopo Berrettini e Sinner, ecco Fognini al 28° posto, mentre è stabile Lorenzo Sonego (numero 32). Scende quattro posizioni Stefano Travaglia (67°), si conferma al numero 81 Salvatore Caruso, mentre migliora di nuovo il suo best (83esimo, +4) Lorenzo Musetti, che con i suoi 19 anni da poco compiuti è il più giovane giocatore nella Top 100

In testa c’è sempre Novak Djokovic, seguito da Rafael Nadal. Una novità: lo spagnolo si è ripreso il secondo posto da poco tempo, dato che prima il suo successo a Barcellona, il posto dietro a Djokovic era occupato dal russo Daniil Medvedev.

LA TOP TEN MONDIALE
1. Novak Djokovic (Srb) 11963 ( – )
2. Rafael Nadal (Esp) 9810 (+1)
3. Daniil Medvedev (Rus) 9700 (-1)
4. Dominic Thiem (Aut) 8365 ( – )
5. Stefanos Tsitsipas (Gre) 7980 ( – )
6. Alexander Zverev (Ger) 6125 ( – )
7. Andrey Rublev (Rus) 6000 ( – )
8. Roger Federer (Sui) 5875 ( – )
9. Diego Schwartzman (Arg) 3765 ( – )
10. Matteo Berrettini (Ita) 3568 ( – )

Si spera di raggiungere (finalmente) la Champions League dopo ben 7 anni di assenza, ma la lotta potrebbe rivelarsi più che difficile. Il Milan che dopo le sconfitte contro il Sassuolo (1-2) e la Lazio (0-3) si ritrova al 5° posto in classifica, potrebbe non farcela ancora una volta. Lo sconforto e la rabbia sono comprensibili – specialmente considerando il fatto che prima della giornata di ieri, i rossoneri erano ancora secondi. Sorridono intanto l’Atalanta, il Napoli e la Juventus che sorpassano la squadra di Pioli dopo il passo falso a Roma. Ancora mancano 5 giornate da disputare, ma continuando così, la lotta per il trofeo più importante a livello europeo potrebbe finire clamorosamente per il Diavolo.

Benevento, Torino, Juve, Cagliari e Atalanta – sono questi gli avversari che il Milan deve ancora affrontare. Allo Stadium e a Bergamo saranno due scontri diretti, probabilmente decisivi per arrivare (come minimo) al quarto posto. Questo sabato alle ore 20.45 saranno i giallorossi a venire a San Siro in cerca di punti per la salvezza. C’è dunque un altro svantaggio per il club di Via Aldo Rossi: da una parte affronterà squadre che sperano di salvarsi, dall’altra, invece, quelle che vogliono la Champions come i rossoneri stessi. La squadra di Pioli non può permettersi un altro fallimento contro i campani. Altrimenti, la loro stagione potrebbe chiudersi con 4 giornate d’anticipo.

Rafael Nadal è il nuovo campione del torneo ATP di Barcellona. Lo spagnolo termina la serie di risultati positivi del greco Stefanos Tsitsipas, conquistando il suo 12° titolo nella capitale catalana.

Al termine del terzo set, Nadal respinge un match ball di Tsitsipas e conquista così la finale contro il numero 5 a livello mondiale. Precedentemente, il giovane greco aveva vinto il torneo a Monte Carlo.

L’Olimpia Milano ha battuto il Bayern Monaco anche nella seconda gara di play-off decisivi per la semifinale di Eurolega Basket. I ragazzi di Messina portano dunque a casa il secondo successo su punteggio di 80-69. L’AX porta così la serie sul 2-0 e già mercoledì prossimo, in terra bavarese, può staccare il pass per le semifinali. Servono 3 vittorie per timbrare il biglietto per le Final Four.

Partono bene i tedeschi, nonostante l’assenza di Weiler-Babb, con la tripla di Baldwin e il canestro di Gist, ma poi ripartono i milanesi con un parziale di 20-0 che mette in grandi difficoltà il Bayern. Parte tutto da Punter e i suoi 8 punti, poi si scatenano Delaney e Shields. Anche prima dell’intervallo l’Olimpia mette il risultato al sicuro (47-29).

Il Bayern non si arrende, arrivando a -6 (55-49) dopo la pausa con un parziale di 12-0. Non arriva però la rimonta da parte dei tedeschi che perdono anche il loro coach Trinchieri, espulso per doppio fallo tecnico. Nell’ultimo quarto il Bayern non getta la spugna, anzi i due missili consecutivi dall’angolo di Zipser lasciano la partita aperta fino ai minuti finali, quando però Leday spegne ogni definitiva speranza con la tripla dall’angolo del definitivo 80-69.

L’Olimpia porta dunque a casa il secondo sucesso dopo soli due turni e ha la chance di prenotare un posto in semifinale già mercoledì, quando sarà il Bayern ad ospitare i lombardi in casa sua.

AX MILANO EXCHANGE: Punter 20, Leday 10, Micov 2, Sergio Rodriguez 13, Tarczewski 2, Delaney 9, Shields 12, Evans 5, Hines 6, Datome 1. Coach: Messina. Tiri liberi: 23/27. Triple: 7/20. Rimbalzi: 27. Assist: 13.
BAYERN MONACO: Baldwin 23, Reynolds 11, Lucic 11, Zipser 7, Gist 11, Sisko 6. Coach: Trinchieri. Tiri liberi: 15/22. Triple: 8/21. Rimbalzi: 33. Assist: 11.
ARBITRI: Sasa Pukl, Olegs Latisevs, Emin Mogulkoc.

Zlatan Ibrahimovic ha prolungato il suo contratto con il Milan fino al 2022. Lo svedese vestirà per un altro anno la maglia rossonera, guadagnando ben 7 milioni di euro bonus compresi. La trattativa con Ibrahimovic si è rivelata molto facile rispetto a quelle con Gianluigi Donnarumma e Hakan Calhanoglu, entrambi in scadenza.

A riferirlo è la società rossonera tramite un comunicato ufficiale, sottolineando che “è la squadra italiana con cui Zlatan ha collezionato il maggior numero di presenze e, dopo le 84 reti realizzate nelle 130 partite giocate nella sua carriera milanista, il campione svedese vestirà la maglia rossonera anche la prossima stagione”.

“Sono molto felice, aspettavo questo giorno. Il Milan è casa mia, sono felice e sto bene. Sono contento di come mi fanno sentire in questo club, dal mister ai tifosi che mi mancano tanto. Se posso restare per tutta la vita, io resto”. Queste le prime parole di Zlatan Ibrahimovic “Lavorare con mister Pioli è stato molto facile, ha la giusta mentalità. Ogni giorno ha questa energia, trasforma la squadra, vuole il massimo da tutti”, aggiunge il 39enne svedese ai microfoni di Milan Tv.

Tramonta nella notte il sogno dei presidenti di alcuni club calcistici di far nascere (e soprattutto stabilire) la Superlega. Ieri sera, le squadre inglesi che dovevano partecipare, hanno deciso di abbandonarla. Le scuse nei confronti dei tifosi sono arrivate solamente da parte dell’Arsenal. Ai microfoni della Reuters, il presidente della Juventus e della ECA, Andrea Agnelli, ha rilasciato le seguenti parole:

“Voglio essere franco ed onesto, non penso che il progetto possa continuare con 5 o 6 squadre – ha spiegato il vicepresidente della Superlega -. Non parlerei tanto di dove è andato quel progetto, piuttosto del fatto che resto convinto della sua bellezza”. Il presidente della Juventus si è detto convinto “del valore che si sarebbe sviluppato a piramide, della creazione della più bella competizione al mondo”, per poi lasciare spazio a considerazioni sulla fine del progetto: “Evidentemente non sarà così, voglio dire che non credo che il progetto possa andare ancora avanti”.

Dalla Spagna arriva invece la conferma dell’Atletico Madrid di aver salutato ugualmente il nuovo progetto: “Il Consiglio d’amministrazione dell’Atletico Madrid, riunitosi questo mercoledì mattina, ha deciso di comunicare alla Superlega e al resto dei club fondatori la propria decisione di non ufficializzare definitivamente la propria adesione al progetto. L’Atletico Madrid, ha deciso lunedì scorso di aderire a questo progetto in risposta a circostanze che oggi non esistono più. Per il club è essenziale l’armonia tra tutti i gruppi che compongono la famiglia biancorossa, soprattutto i nostri tifosi. La rosa della prima squadra e il suo allenatore hanno mostrato la loro soddisfazione per la decisione del club, consapevoli che i meriti sportivi devono prevalere su ogni altro criterio”.

Dal punto di vista di John W. Henry, patron americano del Liverpool, sono i tifosi che sono stati trattati più ingiustamente, come ha spiegato a traverso un videomessaggio. Insomma, da qualsiasi parte le proteste sono state visibili e anche giustificate. Dall’Italia si espone l’Inter tramite un comunicato ufficiale: “Il progetto della Superlega allo stato attuale non è più ritenuto di nostro interesse” avevano spiegato fonti nerazzurre all’Ansa già alla fine della riunione d’urgenza dei 12 club fondatori del progetto.

Il Liverpool allenato da Jürgen Klopp è una delle 12 squadre che vuole partecipare alla nuova Superlega che è nata ieri notte. Ora, il tecnico tedesco ha parlato della decisione da parte del club, annunciando un possibile ritiro. Il progetto non gli è piaciuto per niente, come a tutti tifosi del calcio europeo. I sostenitori del suo Liverpool, infatti, hanno deciso di protestare direttamente davanti allo stadio del Leeds United che i Reds avevano affrontato ieri. Maglie bruciate, cartelli di protesta e cori contro la dirigenza. Klopp addirittura si è dimostrato comprensivo, da una parte. D’altro canto, le reazioni, dal suo punto di vista, sono state esagerate.

“La squadra non c’entra nulla e la stessa cosa vale anche per me. Ma la gente ci tratta così. È la dirigenza che ha deciso, non noi. È una parte del club, ma questa parte è più grande di tutti noi”, ha spiegato l’allenatore 53enne dopo l’1-1 ieri sera. “C’erano tifosi che ci sgridavano per strada, quando stavamo facendo una passeggiata in città”.

Klopp ha spiegato anche che non abbia l’intenzione di ritirarsi, nonostante il fatto che le decisioni non gli piacciano: “Mi sento responsabile per la squadra e per la relazione con i nostri tifosi. Sarà un tempo molto duro”.

Intervenuto a “El Chiringuito de Jugones”, Florentino Perez, presidente del Real Madrid e della nuova Superlega, ha risposto alle varie critiche (anche offensive, tra l’altro) nei suoi confronti. La reazione dei tifosi in tutta Europa è stata chiara: no al nuovo progetto. Così, il presidente dei Blancos ha cercato a spiegare i dettagli delle scelte fatte, considerandole positive, utili e necessarie. Ecco alcune delle sue parole:

“Non è un campionato per ricchi, è un campionato per salvare il calcio. Se dici che i ricchi saranno più ricchi e i poveri saranno più poveri e lo spieghi così… Domani partirà Laporta e andremo a spiegare questa competizione che vuole salvare il calcio e salvare le squadre più modeste, perché il calcio sparirà”. Le cose sono dunque in piena preparazione, spiega Perez che parla anche del cambio di format in Champions League: “Dicono che il nuovo formato entrerà nel 2024, ma noi nel 2024 siamo morti”.

In più, Perez si è permesso di attaccare il presidente della UEFA, Aleksander Ceferin: “Quello che il presidente Uefa non può fare è insultare, come ha fatto con Agnelli. Ceferin è impresentabile, la Uefa deve cambiare, non vogliamo un presidente che insulti, vogliamo trasparenza. Cambiamo tutti e cambiamo in meglio. Nell’Europa democratica questo, queste cose non si dicono, per il bene della società “.

Alle presunte minacce, invece, Perez ha risposto così: “La Uefa non è stata trasparente. I monopoli sono finiti e tutti diciamo che il calcio sta per essere rovinato. Ma figuratevi se ci cacciano dalla Champions League o dalla Liga. Non ci cacciano proprio da niente, niente. Il nostro gruppo, le dodici squadre della Super League rappresentano due miliardi di tifosi nel mondo, bisogna rispettare la gente. Quello che dobbiamo fare è mettere ordine nel calcio, non vogliamo confrontarci con nessuno. Ma ci sono persone che credono che queste istituzioni siano loro. E non sono loro”.

Il tecnico del Parma, Roberto D’Aversa ha provato tutto, ma i tre punti li conquista il Milan. Dopo un primo tempo a bassi livelli da parte dei suoi ragazzi, arriva una reazione nella ripresa – senza successo. Nel post-match, D’Aversa ha commentato la partita che ha permesso al Milan di restare al secondo posto in classifica. Queste sono le sue parole:

“Nel secondo tempo non abbiamo sfruttato bene la superiorità numerica. Ci sono state delle occasioni, ma non le abbiamo concretizzate. La partita è stata compromessa nel primo tempo, con i ritmi giusti avremmo potuto mettere in difficoltà il Milan. Ma non meritavamo la sconfitta. Le due reti sono merito non tanto delle qualità avversarie, ma della nostra poca cattiveria – ha detto il tecnico parlato dell’uno-due rossonero -. Non possiamo partire nel primo tempo con un approccio così timido e rinunciatario, c’è stata poca voglia di mettere in difficoltà l’avversario”. Male Gervinho sostituito all’intervallo con Cornelius: “Ho fatto un cambio, ma in tanti hanno giocato sotto tono nella prima frazione di gioco. Gervinho non è l’unico responsabile, nella ripresa c’è stato un atteggiamento diverso e ci teniamo solo la reazione.”

Considerando che il Parma sta lottando ancora per la salvezza, D’Aversa ha ribadito la sua opinione anche su questo:

“Mancano partite che possono permetterci di raggiungere l’obiettivo. Siamo ‘bellini’, ma preferirei avere qualche punto in più. In un campionato di Serie A ci sono degli atteggiamenti che vanno cambiati”.