Ma c’è differenza fra il Governo Draghi e il Governo Conte?
Ormai è un paio di mesi che abbiamo come premier Draghi e grande sta diventando la delusione di chi si aspettava ed auspicava un cambio di rotta epocale. Ma è proprio vero affermare che Draghi stia continuando la politica di Conte? L’idea che tutti ci aspettavamo era un governo che dicesse meno parole al vento e facesse più fatti.
Diciamo che relativamente primo punto Draghi ha ottenuto il suo scopo. Con Conte avevamo l’osceno spettacolo di ministri che festeggiavano la fine della povertà, che scrivevano libri su come avessero sconfitto il Covid, membri del CTS che imperversavano in TV dicendo tutto e il contrario di tutto, il ministro dell’Economia che sbagliava mostruosamente previsioni economiche, il ministro dell’Istruzione che investiva centinaia di milioni di euro in banchi a rotelle e il commissario straordinario Covid che, invece di organizzare la vaccinazione o di comprare le mascherine al giusto prezzo e nella quantità giusta, pensava a costruire strutture a forma di primula al centro di tutte le città. Lo stesso Primo Ministro passava molto suo tempo in continue dirette TV a reti unificate in cui vantava il modello italiano per affrontare il Covid (più morti percentuali rispetto a quasi tutti i paesi OCSE, restrizioni delle libertà personali superiori a quasi tutti i paesi occidentali, impatto economico fra i peggiori) usando la tecnica da sempre usata in tutti i paesi dove non vi è una piena democrazia, ossia ripetere in modo ossessivo un pensiero fino a renderlo una verità acclamata presso il popolo.
Con Draghi la musica è cambiata. Molte meno voci dissonanti e pochissime parole che però spesso lasciano il segno. Emblematico è quello che è successo la scorsa settimana. In questa situazione economica l’immigrazione incontrollata è un enorme problema perché distoglie le residue risorse economiche dalle necessità dei residenti. Per questa ragione, in modo sincrono, Draghi è volato in Libia e Ursula von der Leyen in Turchia per fermare l’immigrazione in partenza verso l’Italia e la Germania. Draghi ha approfittato dell’umiliazione patita dalla von der Leyen da parte di Erdogan per chiamare dittatore Erdogan, non solo facendo risaltarne la totale inadeguatezza (già dimostrata con il fiasco del piano vaccinale) ma anche facendo implicitamente notare sia che la Germania (e l’Europa) hanno da sempre usato due pesi e due misure condannando l’Italia per gli accordi con la Libia ma accettando vergognosi compromessi con la Turchia per tutelare i propri interessi e sia che la Commissaria Europea si è mossa per andare in Turchia a difendere gli interessi sostanzialmente solo tedeschi. Dal lato della comunicazione siamo molto migliorati e questo è molto importante da un punto di vista reputazionale con tutto ciò che ne consegue, come ad esempio l’andamento dello spread.
Sui fatti il giudizio deve essere sicuramente lasciato in sospeso. Conte è caduto perché il piano vaccinale faceva acqua da tutte le parti e il piano per i Recovery Funds era inesistente. Draghi è subentrato a Conte per risolvere questi grandi problemi ed in entrambe le cose è intervenuto pesantemente. Il piano vaccinale incomincia a marciare ed un minimo di strategia incomincia ad essere visibile ossia che debbano essere vaccinate prima le fasce più deboli della popolazione e che i furbetti debbono essere fermati. Il piano dei Recovery Funds, al di là di un bel po’ di demagogia di facciata, incomincia a mostrare una struttura seria. Ma questo però è importante ma non basta.
Il Paese non funziona.
L’inclusione, quella vera, non funziona. Se uno nasce povero ed emarginato, rimane tale, nonostante il numero spropositato di Ong ed associazioni caritatevoli che abbiamo.
La Scuola non funziona come ascensore sociale. L’Università serve a produrre solo paper scientifici invece che trasferire innovazione sul territorio.
La Giustizia è una maledizione. La pena non è quando decretato dal giudice ma il processo in sé.
La burocrazia soffoca ogni spirito imprenditoriale. Il codice degli appalti è un rompicapo che frena gli onesti e fa sguazzare la criminalità organizzata. I manager e i funzionari pubblici che non si assumono alcuna responsabilità (facendo perdere miliardi di Euro al Paese) sono premiati mentre chi si assume un minimo di rischio inevitabilmente condannato a qualche risarcimento perché non ha rispettato qualcuna delle innumerevoli leggi.
Ma forse la cosa più intollerabile adesso è l’atmosfera penitenziale e da grande fratello orwelliano che è iniziata più di un anno fa con il Covid e che ha significato la soppressione o la limitazione di importanti libertà personali che sono il fondamento di ogni democrazia degna di questo nome. Questo clima lo ha introdotto il duo Conte-Speranza e lo continua a perseguire il duo Draghi-Speranza.
E’ ovvio che Draghi presiede un governo di transizione e a tempo, ma segnali di cambiamento sarebbero non solo auspicabili ma anche necessari per dare un po’ di speranza a un Paese prostrato e al limite di una crisi di nervi.