Il Manchester City raggiunge per la prima volta nella sua storia la finale di Champions League. I Citizens hanno vinto anche il turno di ritorno contro il Paris Saint-Germain e possono continuare a sognare. Una doppietta di Riyad Mahrez e un ottimo lavoro in difesa fermano i parigini che non riescono a ribaltare il 2-1 dell’andata.

Il City inizia subito a spingere: all’11° minuto arriva il vantaggio e la prima rete di Mahrez che dopo un tiro di Kevin de Bruyne parato da Navas, insacca alla destra del portiere costaricano. Fortunato il City pochi istanti dopo quando Marquinhos colpisce la traversa (17′) e di Maria sfiora il palo destro (19′). A pochi minuti dall’intervallo, Mahrez riceve un’altra occasione, questa volta però, para Navas (45’+2).

Nella ripresa è stato ancora il ManCity a controllare e dominare la sfida, senza permettere a Neymar e Icardi di creare occasioni insidiose. Al 63′ arriva il raddoppio di Mahrez che sfrutta un passaggio all’interno di De Bruyne, portando il risultato sul 2-0. Infine, viene espulso anche di Maria dopo un brutto fallo su Fernandinho.

Il City affronterà in finale uno tra Real Madrid e Chelsea che stasera disputeranno ugualmente il turno di ritorno.

La semifinale di Champions League tra Real Madrid e Chelsea ancora non è decisa. Le condizioni favorevoli, però, sono da parte dei Blues che con Christian Pulisic segnano l’importantissimo gol in trasferta. Timo Werner, sfortunato in diverse occasioni, avrebbe dovuto dare il vantaggio ai Blues, ma l’internazionale tedesco ha fallito un brillante salvataggio di Thibaut Courtois da cinque metri (10).

Ma poiché il Chelsea era chiaramente migliore all’inizio sotto la pioggia battente di Madrid e il Real difficilmente poteva difendere la velocità dei visitatori, ha suonato solo quattro minuti più tardi: Pulisic ha aggirato Courtois dopo la bella volée di Rüdiger e ha sparato attraverso Nacho e Varane per il meritato 1:0 (14.).

I madrileni hanno avuto un sacco di problemi contro la palla – e offensivamente solo Benzema: su propria iniziativa il francese ha colpito il palo da 20 metri (23.), ma dopo un angolo ha anche segnato un bel gol (29.). I ragazzi della Stamford Bridge sono stati superiori per la maggior parte del primo periodo, che si è concluso 1-1 a causa della classe individuale di Madrid.

Anche il Chelsea ha iniziato il secondo periodo con più pressione, con Militao che ha bloccato la possibilità di tiro di Werner (48°). Ma un Madrid fisicamente inadatto aveva preso piede in difesa, il che non ha aiutato molto il fascino del gioco.

Entrambe le squadre hanno avuto le loro fasi dopo la pausa, ma non hanno mai davvero preso alcun rischio – né le sostituzioni di Hazard o Havertz hanno cambiato la situazione. Gli unici momenti pericolosi nella fase finale sono venuti dalle finiture deviate di Kroos e Varane (entrambi 88°), ma anche qui mancava un pezzo.

Intervenuto nel postmatch di Lazio-Milan, Simone Inzaghi ha commentato la prestazione dei suoi ragazzi, parlando nello specifico del secondo gol biancoceleste. Il raddoppio di Correa è legato a varie polemiche da parte dei rossoneri per un presunto intervento irregolare su Hakan Calhanoglu. Per il tecnico dei romani si tratta solamente di scuse. Ecco alcune delle sue parole:

“E’ stata una vittoria netta, schiacciante. Abbiamo fatto una grande partita. Dispiace che si parli di episodi dopo una vittoria così netta… Avevo buonissime sensazioni: sapevamo che per noi era una finale perché era l’ultima chance per rimanere attaccati ai primi posti e di solito noi le finali le giochiamo così. A Napoli è stata una partita strana dove ci siamo trovati sotto con due episodi strani, ma ci siamo lasciati tutto alle spalle. Abbiamo reagito nel migliore dei modi”.

Su Correa si esprime così:

“E’ un grandissimo giocatore, ho la fortuna di allenarlo e quando sta bene dimostra di giocare le partite nel migliore dei modi. Soprattutto queste contro le grandi”. Il successo rilancia le ambizioni Champions dei biancocelesti: “Noi dobbiamo cercare di arrivare alla fine senza problematiche. Adesso avremo due partite e poi le ultime tutte ravvicinate, dovremo essere bravi a gestire le prossime. Guardiamo avanti e pensiamo che saremo in Europa per il 5° anno di fila, speriamo di essere in quella dei primi 4 posti ed è senz’altro un grande obiettivo. Nel gruppone davanti mi sembra che siano tutte attrezzate; ho visto il Milan che ha trovato una grande Lazio”, conclude.

Si spera di raggiungere (finalmente) la Champions League dopo ben 7 anni di assenza, ma la lotta potrebbe rivelarsi più che difficile. Il Milan che dopo le sconfitte contro il Sassuolo (1-2) e la Lazio (0-3) si ritrova al 5° posto in classifica, potrebbe non farcela ancora una volta. Lo sconforto e la rabbia sono comprensibili – specialmente considerando il fatto che prima della giornata di ieri, i rossoneri erano ancora secondi. Sorridono intanto l’Atalanta, il Napoli e la Juventus che sorpassano la squadra di Pioli dopo il passo falso a Roma. Ancora mancano 5 giornate da disputare, ma continuando così, la lotta per il trofeo più importante a livello europeo potrebbe finire clamorosamente per il Diavolo.

Benevento, Torino, Juve, Cagliari e Atalanta – sono questi gli avversari che il Milan deve ancora affrontare. Allo Stadium e a Bergamo saranno due scontri diretti, probabilmente decisivi per arrivare (come minimo) al quarto posto. Questo sabato alle ore 20.45 saranno i giallorossi a venire a San Siro in cerca di punti per la salvezza. C’è dunque un altro svantaggio per il club di Via Aldo Rossi: da una parte affronterà squadre che sperano di salvarsi, dall’altra, invece, quelle che vogliono la Champions come i rossoneri stessi. La squadra di Pioli non può permettersi un altro fallimento contro i campani. Altrimenti, la loro stagione potrebbe chiudersi con 4 giornate d’anticipo.

Il rinnovo di Zlatan Ibrahimovic con il Milan è stata una questione di poche ore. Lo svedese ha confermato di sentirsi bene a Milano vestendo la casacca rossonera. Resta però la domanda: fino a quando potrà giocare, visto che ad Ottobre compie 40 anni? Almeno fino al termine della stagione 2021/22, Ibra sarà un giocatore del Diavolo. Ecco alcune delle sue parole dopo aver firmato il contratto:

“Ho dimostrato che l’età non importa: è con la testa che si fa la differenza. Sono molto felice, aspettavo questo giorno da tanto tempo”, dice. “Penso che siano contenti anche i tifosi anche se qualcuno aveva dubbi prima che tornassi vista la mia età. Adesso un altro anno assieme che è quello che conta perché, come ho sempre detto, questa è casa mia. Club, compagni, mister e tifosi: tutti mi fanno sentire molto bene. Se posso restare tutta la vita, io resto”, sottolinea ribadendo l’amore per i colori rossoneri“- l’amore per i colori rossoneri è indiscutibile.

In più, ha sottolineato che i rapporti con Stefano Pioli sono ottimi: “All’inizio non conosci le persone, ma sin dal primo giorno è stato molto facile trovarsi. La scorsa stagione prima di ogni partita mi diceva ‘Ibra, fai il bravo’ e io facevo il cattivo, alla partita successiva ‘Ibra, fai il cattivo’ e lui faceva il bravo, però comandava lui quando voleva. Facevamo questi giochi. Pioli ha la mentalità giusta, ogni giorno ha questa energia che trasmette a tutti, vuole il massimo dalla squadra. Mi chiama al mattino e mi chiede: ‘Dove sei, io sto già lavorando’. Mi sfida così. Quando ti senti bene e stai bene vuoi giocare il più possibile, ma Pioli mi vuole proteggere e preservarmi in vista della prossima partita. Non so se è un mio problema, ma la mia mentalità di essere lì fino alla fine, di dare il massimo perché se do il massimo so che i miei colleghi faranno uguale: con l’adrenalina che hai non sei mai soddisfatto fino alla fine”.

Il 2021 del Milan di certo non è stata l’annata migliore, ma se c’è uno motivato e pronto a lottare fino all’ultimo istante in rosa, è Ibrahimovic: “Non è ancora finito nulla, niente è impossibile, ognuno ha i suoi obiettivi. Il mio obiettivo è vincere, se non vinco c’è delusione”.

È stata una storia d’amore molto corta, quella della Superlega e la maggioranza dei presunti partecipanti inglesi e spagnoli. Ora si sono esposte anche le squadre italiane, ovvero Inter, Milan e Juventus. Si temevano delle sanzioni, ma ora, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ne ha parlato con più dettaglio, come riferito da “La Repubblica”: “Non ho in programma incontri con i vertici dei tre club. Lunedì c’è il consiglio federale, non ci sono forme di processi, condanne o vendette trasversali” ha spiegato. “Noi abbiamo difeso strenuamente i confini dei valori e delle regole del mondo del calcio e pare che tutto sia tornato alla normalità ma è un alert che deve farci riflettere sul fatto che qualcosa non funziona. Sanzioni? No, assolutamente non si può sanzionare un’idea che non si è concretizzata”.

Anche dall’estero arrivano delle voci da persone che conoscono molto bene il calcio italiano. Una è Zbigniew Boniek, ex calciatore di Roma e Juventus e attuale presidente della Federcalcio polacca (PZPN). Fin da subito, Boniek non è stato soddisfatto del progetto in generale: “Andremo avanti il calcio ha bisogno di cambiare e di rinnovarsi, non ci sono dubbi. Però, la Superlega non aveva proprio ragione di esistere. Ma che progetto era? Le squadre già giocano in una competizione di alto livello, quelle squadre in particolare, c’è la Champions League che ora sarà anche cambiata. In Champions si accede per meriti sportivi e i soldi vengono divisi fra tutte le squadre partecipanti. Invece con la Superlega, il denaro restava in quell’ambito e al posto dei meriti sportivi si entrava per quelli di business. Inconcepibile. E il bello del calcio dov’è?”.

Intervenuto a “El Chiringuito de Jugones”, Florentino Perez, presidente del Real Madrid e della nuova Superlega, ha risposto alle varie critiche (anche offensive, tra l’altro) nei suoi confronti. La reazione dei tifosi in tutta Europa è stata chiara: no al nuovo progetto. Così, il presidente dei Blancos ha cercato a spiegare i dettagli delle scelte fatte, considerandole positive, utili e necessarie. Ecco alcune delle sue parole:

“Non è un campionato per ricchi, è un campionato per salvare il calcio. Se dici che i ricchi saranno più ricchi e i poveri saranno più poveri e lo spieghi così… Domani partirà Laporta e andremo a spiegare questa competizione che vuole salvare il calcio e salvare le squadre più modeste, perché il calcio sparirà”. Le cose sono dunque in piena preparazione, spiega Perez che parla anche del cambio di format in Champions League: “Dicono che il nuovo formato entrerà nel 2024, ma noi nel 2024 siamo morti”.

In più, Perez si è permesso di attaccare il presidente della UEFA, Aleksander Ceferin: “Quello che il presidente Uefa non può fare è insultare, come ha fatto con Agnelli. Ceferin è impresentabile, la Uefa deve cambiare, non vogliamo un presidente che insulti, vogliamo trasparenza. Cambiamo tutti e cambiamo in meglio. Nell’Europa democratica questo, queste cose non si dicono, per il bene della società “.

Alle presunte minacce, invece, Perez ha risposto così: “La Uefa non è stata trasparente. I monopoli sono finiti e tutti diciamo che il calcio sta per essere rovinato. Ma figuratevi se ci cacciano dalla Champions League o dalla Liga. Non ci cacciano proprio da niente, niente. Il nostro gruppo, le dodici squadre della Super League rappresentano due miliardi di tifosi nel mondo, bisogna rispettare la gente. Quello che dobbiamo fare è mettere ordine nel calcio, non vogliamo confrontarci con nessuno. Ma ci sono persone che credono che queste istituzioni siano loro. E non sono loro”.

Dopo la vittoria per 2:1 in casa del Borussia Dortmund, l’allenatore celeste, Pep Guardiola, ha commentato così la prestazione dei suoi ragazzi ai microfoni di Sky Sport: “In questa competizione tutto è possibile. Finalmente abbiamo raggiunto la semifinale“.

Un episodio abbastanza dubbio che riguarda un rigore non dato al Dortmund, lo spagnolo, invece, lo considera netto: “Chiaramente, è rigore”, risponde ai microfoni, rispettando però l’avversario: “Nei primi 20 minuti hanno giocato molto bene. Sono forti”, facendo i complimenti nello specifico a Marco Reus e Mats Hummels, ma anche al giovane Jude Bellingham, un ragazzo di 17 anni che ha portato i gialloneri in vantaggio.

Per il ManCity non sarà l’unica semifinale da giocare: prima di affrontare il PSG in Champions League, c’è il Chelsea da battere nella FA Cup questo sabato.

In Serie A, la corsa per la competizione europea più prestigiosa sta per giungere al termine. Restano 8 giornate da giocare e le distanze tra le prime 7 squadre in classifica si riducono sempre di più. Escludendo l’Inter (capolista da febbraio) che è vicinissima alla conquista del 19° scudetto, si può dire che per le inseguitrici tutto è ancora possibile, dato che Milan, Juventus, Atalanta, Napoli, Lazio e Roma sono riuscite a vincere. La classifica, dunque, è cambiata di poco.

I rossoneri reagiscono dopo lo stop casalingo contro la Sampdoria e battono il Parma per 3-1 al Tardini. Lo scudetto, molto probabilmente, però, andrà in casa nerazzurra. Dietro al “Diavolo” c’è la Juve che ugualmente potrebbe già salutare il sogno del 10° scudetto consecutivo, nonostante il successo contro il Genoa. Ma i bianconeri hanno ancora la finale di Coppa Italia da giocare, ovvero contro l’Atalanta, attualmente al 4° posto a -2 dalla squadra di Stefano Pioli. In una partita molto combattuta la Dea conquista i tre punti sul campo della Fiorentina grazie ad un 3-2. Occhio però anche al Napoli, vincente contro la Sampdoria e sempre vicino ai posti per la Champions League. Infine, anche le due squadre della capitale (Lazio e Roma) conquistano i tre punti contro l’Hellas Verona e il Bologna.