I pm intercettano avvocati e giornalisti, senza nessun freno etico e civico e ignorando quelli giuridici.
La morte di più di quaranta utenti pagatori di un tratto autostradale diviene mera occasione per consentire, a chi ha omesso di manutenere quel medesimo tratto, di realizzare una plusvalenza mostruosa, cedendo la società a operatori finanziari che opereranno, tenutivi per statuto, secondo le stesse logiche di sfruttamento finanziario.
I criteri di scelta di chi deve essere privilegiato, temporalmente, nella campagna vaccinale sono confusi ed ambigui.
La dignità del lavoro viene svilita, per il sol fatto che si accetta ormai senza colpo ferire che la sua deprivazione possa essere compensata secondo logiche d’elemosina, che si chiamino ristoro, naspi o quant’altro.
La sacralità della giustizia viene venduta per i trenta denari dei diritti d’autore di un pamphlet scandalistico.
A un certo punto, sei obbligato a renderti conto che è una questione di valori.
Valori è un’espressione ambigua. Può avere un’accezione retorica. Può rinviare ad assets misurabili in denaro.
Oppure può indicare gli elementi fondativi dello stare insieme di una coppia, una famiglia, una collettività, uno stato, un gruppo di stati.
L’Occidente si è costruito attraverso lotte sanguinarie e fratricide che hanno ricoperto del richiamo retorico il riferimento a valori collettivi mirabili, forse i più alti elaborati dall’umanità: democrazia, libertà, stato di diritto, diritti fondamentali dell’uomo.
Ora si sta dissipando, perché vuole mascherare di pace l’ebetismo indotto dall’aver scelto di rivestire del richiamo retorico il continuo assillante rinvio alla dimensione neppure economica, ma mercantilista e finanziaria.
E non si dica che anche questa è retorica e luogo comune. Su questo crinale, stiamo consentendo il nostro suigenocidio… altri ce ne sono stati nella storia. Si ricordi, per tutti, l’immagine del tagliatore dell’ultimo albero dell’isola di Pasqua.

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