Il grave episodio accaduto ieri sera lascia in bocca l’amaro per la violenza delle dichiarazioni e in testa lo sdegno per un comportamento privo di senso e difficile da accettare. Il caso Aurora Leone certifica che l’Italia è ben lungi dal riconoscere all’universo femminile pari dignità e al calcio delle Women il ruolo di componente primaria del movimento calcistico italiano.
CUORE MACULATO – “Le donne non giocano. Da quanto in qua le donne giocano a calcio?”. Sembrano dichiarazioni estrapolate da un discorso retrogrado di qualche decennio ante guerra. Sono, invece, le parole utilizzate da Gianluca Pecchini, direttore generale della Nazionale cantanti, per “invitare” Aurora Leone, attrice del collettivo The Jackal, a levare le tende e lasciare il tavolo al quale era seduta durante la cena che precede l’evento benefico in programma questa sera all’Allianz Stadium. Le motivazioni dell’intimidazione, già di per sé imbarazzanti, stonano se rapportate al contesto solidale all’interno del quale sono state pronunciate. La Leone doveva infatti partecipare all’iniziativa benefica con i membri della Nazionale cantanti contro cui avrebbe giocato la Partita del cuore in programma stasera con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca contro il Cancro. Il gesto del Pecchini, oggi dimissionario dal ruolo che ricopriva, è stato condannato da numerosi artisti che hanno manifestato al contempo solidarietà per Aurora Leone. Tra le prime prese di posizione, quella di Eros Ramazzotti, capitano della Nazionale cantanti, che via Instagram ha detto la sua sulla vicenda: “Noi della Nazionale italiana cantanti non siamo stati coinvolti direttamente nella vicenda scaturita dal comportamento di due persone dello staff. Stavamo parlando tra di noi mentre cenavamo, abbiamo sentito delle voci alzarsi senza capire cosa stava succedendo. Io ho provato a recuperare la situazione che era oramai precipitata. Domani mattina (oggi ndr) avremo un incontro con Aurora e Ciro per spiegare meglio la dinamica dell’avvenimento e scusarci pubblicamente dell’accaduto”. Il cantante ha poi annunciato in giornata che non prenderà parte alla gara. Parteciperanno, invece, le Juventus Women che scenderanno in campo per il primo tempo della gara, come annunciato in una nota del club bianconero. Le calciatrici bianconere si sono da sempre distinte nella lotta a qualsivoglia forma di discriminazione.
FAVOLOSE – Inspiegabile comprendere una posizione tanto assurda, quale quella di Pecchini, soprattutto se si pensa che i luoghi che hanno ospitato la cena e che stasera faranno da cornice all’evento sono ancora intrisi della dolce atmosfera di vittoria che ha accompagnato il successo delle Juventus Women nel percorso che ha portato le calciatrici bianconere ad ottenere il quarto tricolore consecutivo. Quattro volte campionesse d’Italia in quattro anni di storia, un record che ben testimonia quanto le donne possano essere perfettamente all’altezza dei colleghi del pallone. Come ricorda Cecilia Salvai e come ribadisce Cristiana Girelli, fresca di titolo di miglior marcatrice del campionato. Il caso di sessismo è destinato a far discutere ancora a lungo. E procura a chi scrive, e credo anche a chi legge, un senso di fastidio che come olezzo nauseabondo pervade il quieto vivere della società civile. E lascia il segno. Ci siamo più volte interessati alle iniziative promosse da Sara Gama a tutela delle pari opportunità. Abbiamo elogiato la lodevole campagna di sensibilizzazione sui temi sensibili dell’attualità promossa in più di un’occasione dalla Juventus FC. Ci chiediamo se fosse stato più opportuno revocare la concessione dello stadio e dei locali come segno tangibile della distanza che il Club deve mantenere da ogni forma di discriminazione, sia essa razzista, omofoba o sessista. Qualcuno potrà dire che una posizione del genere possa essere tacciata di estremismo. Anche se fosse troviamo molto più estremo, nell’abisso della vergogna il tentativo di rimediare del direttivo della Nazionale cantanti, mediante stories su Instagram, nelle quali si accusava la Leone di cercare facile pubblicità, poi prontamente cancellate. Quando la toppa è addirittura peggiore del buco vale la pena percorrere soluzioni dal grande impatto.