L’America in questi giorni è profondamente lacerata da una scelta che ha sconvolto il mondo intero: il 24 giugno, la Corte Suprema ha abolito la sentenza Roe v. Wade che, dal 1973, consente alle donne l’interruzione volontaria della gravidanza. Un duro colpo, mortale, per la parità di genere, nel quale chi è implicato sono, naturalmente, le donne.

La sentenza finale ha registrato 6 voti a favore e 3 contrari. Ora spetterà ai singoli Stati applicare le leggi interne in materia. Vengono individuati 26 Stati che adotteranno restrizioni : già in Texas e Missouri il divieto è divenuto realtà. In Missisipi si è accolta la decisione, mettendo in vigore le leggi anti-aborto vietate dallo stesso tribunale anni prima (le trigger laws). E poi ancora Arizona, Michigan, in generale tutti gli Stati del Mid e Sud West. E’ molto probabile che quelli liberali manterranno decisioni più tolleranti.

La Sentenza Roe v. Wade

La «clausola di giusto processo» del XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America concede un fondamentale “diritto alla riservatezza” che protegge la libertà di una donna incinta di abortire il suo feto. Questo diritto non è assoluto e deve essere bilanciato con l’interesse del governo a proteggere la salute delle donne e la vita prenatale del feto. Le leggi del Texas che rendono un crimine abortire violano questo diritto.

XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America

Questa raccapricciante decisione ha fatto fare un salto indietro di cinquant’anni e più ad un Paese che da sempre professa libertà e apertura mentale. La situazione, a quanto pare, è ben diversa: nel 1973, anno in cui è stata emanata questa storica sentenza, lo Stato del Texas concede a Norma McCovery il diritto di abortire. Grazie alla sua causa alle donne americane venne concesso questo diritto a livello nazionale. Recenti notizie hanno riportato che la donna, negli ultimi anni, abbia assunto posizioni contro quello stesso diritto per il quale si era presentata in tribunale.

In realtà, nella decantata Costituzione americana, non figura neanche un paragrafo relativo all’aborto e nessun diritto di genere è implicitamente protetto da alcuna deposizione costituzionale. E la Corte Suprema ha fatto riferimento proprio a questo, nel momento in cui ha deciso di annullare la sentenza.

Before Roe v. Wade

Prima della Roe v. Wade, l’aborto era considerato reato in 30 Stati e non poteva essere praticato in nessun caso. In poco più che 10, invece, l’aborto era considerato legale solo se metteva a rischio la vita della donna, in caso di stupro, incesto o malformazioni fetali; in 3 era legale solo in caso di stupro e pericolo per la donna mentre in 4 l’unico requisito legale era la richiesta della donna. Se non si contano i milioni di aborti clandestini: a metà degli anni 60′ moltissime donne chiedeva ed otteneva l’interruzione della gravidanza recandosi in cliniche private di determinati Stati oppure in Svezia. Ma non tutte potevano permettersi questo lusso. La storia e la vicenda di Norma McCovery ha messo in luce come l‘iniquità delle leggi sull’aborto dipendesse chiaramente dall’estrazione sociale e dall’età.

Un Paese diviso a metà

Sin da quando ha visto la luce, questa disposizione ha generato dibattiti e divisioni: i conservatori contrari e i democratici a favore. Perché è anche giusto che sia la donna a decidere del proprio corpo, no? La Roe v. Wade consentiva l’interruzione della gravidanza fino a 24/28 settimane dal concepimento, cioè prima che si formasse il feto.

La decisione del 24 giugno ha messo in evidenza gli attuali rapporti di forza all’interno della Corte suprema: infatti i 6 giudici conservatori (dei quali tre nominati dall’ex presidente Donald Trump) hanno votato a favore, mentre i 3 giudici di orientamento liberale hanno espresso voto negativo e dissenso

Fuori c’è chi piange e sventola con forza cartelli dalla scritta “E’ il mio corpo” mentre i pro-life, i conservatori, si abbracciano e considerano questo giorno come un giorno monumentale per la santità della vita (parole del ministro della Giustizia del Missouri, Eric Schmitt).

La posizione di Biden

Il presidente Joe Biden, sin da subito in dissenso aperto con la Corte Suprema, oggi ha dichiarato: ” Avrò un incontro con i governatori per decidere i prossimi passi da fare sull’aborto. E’ necessario trasformare IN Legge Roe v. Wade”.

Bide, a margine di una riunione della NATO tenutasi a Madrid, si sarebbe detto pronto a sostenere un’eccezione delle regole del Senato americano per eliminare l’ostruzionismo e consentire l’approvazione di una legge che codifichi il diritto all’aborto a livello federale, eliminando la decisione della Corte.

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