Secondo sciopero generale quello tenuto ieri, 1 luglio 2022, dal personale di biblioteche comunali e Archivio storico in appalto a Firenze: dalle ore 10 alle ore 14, i manifestanti sono scesi in piazza a causa dei tagli del personale e dei tagli agli stipendi. I suddetti licenziamenti sono pochi ma sono sostituiti da tagli molto notevoli di orario, basti pensare che un indeterminato consta 20 ore settimanali, e trasferimenti in base alla necessità. Questo potrebbe danneggiare i servizi in quanto si perderebbe la continuità e la solidità di anni e anni di lavoro creata tra gli operatori, e il rapporto operatore-utente
Ieri mattina la cultura a Firenze si è fermata e ha chiesto solamente di essere tutelata e ascoltata!
La questione ormai dura da mesi, con evidenti mancanze degli anni precedenti, ma l’amministrazione sembra volgere la faccia dall’altro lato.
Ma vediamo i dettagli.
Biblioprecari e non solo
Questa la foto condivisa dalla pagina “Biblioprecari”, una realtà che raccoglie tutti gli operatori delle biblioteche e archivi fiorentini, assunti tramite cooperativa.
Non a caso è stato scelto questo giorno: l’appalto terminava proprio ieri, con conseguenti licenziamenti e riduzioni per permettere l’assunzione di amministrativi. Lasciando a casa centinaia di persone competenti da anni in biblico tra lavoro poco salariato e precario. Che dovrebbero formare proprio loro!
Ieri 1 luglio, bibliotecari e archivisti si sono riuniti, nuovamente, in Piazza della Signoria per chiedere di essere ascoltati. Insieme a loro, tante realtà associative come: i sindacati Cobas, Usb, Uil, realtà associative come ‘Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali’, ‘Assolettori – Biblioteca Nazionale’, il Collettivo di fabbrica GKN. Fino alle 14 non sono sono stati garantiti i servizi al pubblico che hanno ripreso regolarmente nel pomeriggio.
Motivazioni
Tagli all’appalto, assenza di un serio confronto tra Comune di Firenze e organizzazioni sindacali, mancanza di qualsiasi tutela dei bibliotecari e archivisti esternalizzati fiorentini che da 15 anni operano, sottopagati, nel settore.
Una re-internalizzazione spacciata dal Comune come benefica, ma che in realtà incancrenisce le logiche su cui si è basato per 15 anni lo sfruttamento di bibliotecari e archivisti fiorentini, con quest’ultimi che verranno rimpiazzati brutalmente da personale comunale che -sorpresa sorpresa!- verrà formato proprio dai precari a cui prenderanno il posto! Tutto questo è inaccettabile. Non si può sopprimere il precariato eliminando i precari, lasciandoli senza lavoro e fingendo che non siano mai esistiti, quando sono stati sfruttati fino a oggi a piacere.
Da un post di “Biblioprecari”, 25 giugno 2022.
La citazione di cui sopra proviene da un post della pagina Facebook di “Biblioprecari” nel quale si annuncia il successivo sciopero e le sue motivazioni. C’era già stato uno sciopero, lo scorso 15 febbraio, altre manifestazioni e le motivazioni erano identiche: tagli al personale, tagli allo stipendio. Questa internalizzazione di persone passate ai concorsi pubblici, tuttavia spesso del tutto incompetenti a gestire una biblioteca e per questo devono essere formati dagli stessi dei quali prenderanno il posto. Uno schiaffo morale in pieno viso ai precari che vi lavorano con passione e dedizione da ben 15 anni, con contratti a ore e poco pagati, turni impossibili per sopperire alla mancanza di personale (spesso rincarato dagli operatori del Servizio Civile).
E tanti sono i servizi a rischio, denunciano i Biblioprecari, come le aperture del sabato pomeriggio delle biblioteche di quartiere, le aperture pomeridiane dell’archivio, la gestione di Bibliobus e l’alfabetizzazione informatica. In più, si tiene a precisare, tanti sono gli studenti laureati in archivistica e biblioteconomia (quindi preparati) che vorrebbero di lavorare in questo settore ma non riescono ad ottenere un colloquio perché il Comune deve risparmiare.
Il nuovo affidamento
Il 1 luglio, con il termine del precedente appalto, i lavoratori di archivi e biblioteche hanno deciso di far sentire la propria voce anche in merito ai termini previsti dal nuovo affidamento, che prevede un’ulteriore diminuzione dei servizi.
Ha commentato un anonimo: “Sarà l’occasione per scendere ancora una volta in piazza e denunciare le scelte politiche del Comune di Firenze che danneggiano sia la cultura che il mondo del lavoro”.
Speriamo che l’amministrazione, questa volta, non abbia tappato le orecchie.
Restiamo aggiornati.