L’attentato da parte di Al-Qaeda al famoso World Trade Center dell’11 settembre 2001 ha generato una frattura insanabile tra il mondo occidentale e quello islamico, mistificando il mondo musulmano come un ambiente distruttore, oppressivo e sanguinario. Fu quell’episodio a scatenare l’ira e l’odio nei confronti dell’Islam, sfociato in ciò che è noto con il termine “Islamofobia“. Il dizionario Treccani la definisce come una forte avversione, dettata da ragioni pregiudiziali, verso la cultura e la religione islamica. L’esistenza di numerosi gruppi terroristici a sfondo islamico, si pensi ad Al Qaeda, a Boko Haram in Nigeria, all’ISIS o ai Fratelli Musulmani, ha distorto la visione occidentale nei confronti delle persone che professano la religione musulmana. Di certo possiamo affermare che le élite di potere non hanno agito in direzione contraria all’Islamofobia latente, al contrario sono riuscite ad alterare ulteriormente l’immaginario comune verso l’intera cultura medio orientale. Ad esempio, la Svizzera ha vietato l’utilizzo del burqa in pubblico nel referendum svolto il mese scorso, mentre in Francia, dopo il voto del Senato sulla questione, le minori di 18 anni non possono indossare il velo, comunemente chiamato hijab, in pubblico, oltre a non permettere alle madri musulmane con indosso l’hijab di accompagnare i propri figli nelle gite scolastiche.

E in Italia? Uno studio condotto due anni fa da Vox Diritti ha rilevato un aumento del 4,48% dei tweet che professano l’odio nei confronti del mondo musulmano. QDS.it ha riportato le dichiarazioni di Yassine Lafram, presidente dell’UCOII (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche Italiane):

“Il clima xenofobo e anti-Islam alimentato dai tradizionali attori politici della destra, come Lega Nord e Fratelli d’Italia, dei movimenti di estrema destra e dai settori più conservatori dei media ha avuto effetti molto negativi a livello sociale, legittimando comportamenti di stampo razzista. Sono aumentati, sia a nord che a sud, gli attacchi fisici e verbali nei confronti dei migranti, richiedenti asilo, rifugiati e cittadini musulmani fino ad arrivare a eventi drammatici”.

Il dato evidenziato dall’associazione ‘Carta di Roma’ ha evidenziato un dato significativo: è poco probabile che un atto di violenza illegittima al fine di incutere terrore in una comunità venga definito terroristico se a perpetrarlo è una persona che rispecchi lo stereotipo dell”occidentale’. Uno studio condotto dal Pew Research Center ha classificato l’Italia al secondo posto (dietro all’Ungheria di Orbàn) dei paesi con più alta percentuale di pregiudizio negativo nei confronti del mondo musulmano (69%).

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