Il telescopio James Webb, il più grande e potente telescopio spaziale al mondo, lascia la Terra per la sua missione mirata a fare luce sulle prime stelle dell’universo e perlustrare il cosmo alla ricerca di tracce di vita. Frutto di una collaborazione fra la Nasa, l’agenzia spaziale europea Esa e quella canadese, e’ stato lanciato alle 13.20 ora italiana dalla Guyana francese, in Sudamerica, a bordo di un razzo Ariane.

Questo straordinario capolavoro di ingegneria, tecnologia e scienza sarà in grado di osservare lo spazio come mai abbiamo fatto prima d’oggi, per la sua posizione e per la strumentazione di cui dispone. Risponderà a molte delle grandi domande che l’uomo si pone da secoli, permettendo nuovi studi e progetti di ricerca all’avanguardia finora solo auspicati

Il James Webb con il suo specchio di 6,5 metri di diametro sarà in grado di raccogliere molta luce, anche quella più debole e proveniente dall’Universo primordiale. È infatti uno degli obiettivi scientifici del telescopio quello di vedere la formazione delle prime stelle, galassie e buchi neri. Questo sarà possibile perché la luce viaggia a velocità finita, perciò guardando molto in là nello spazio vediamo i corpi celesti come erano al momento dell’emissione della luce che raccogliamo, non come sono ora. Ma il Webb riuscirà a osservare esattamente il Big Bang, ovvero ciò con cui l’Universo è cominciato?

Secondo la teoria cosmologica oggi più accreditata, il cosmo come lo conosciamo sarebbe nato dall’esplosione iniziale di una singolarità, una regione molto densa e limitata di spazio. In essa era concentrata tutta la massa iniziale, che poi sarebbe andata a costituire l’Universo stesso, sotto forma di energia a una temperatura molto elevata. Nessuna radiazione quindi, solo un grumo denso di energia. In un istante iniziale t=0 questa singolarità è “esplosa” e si è quindi espansa in tutte le direzioni, dando origine all’Universo. Questo, secondo i dati forniti dal Planck Surveyor dell’ESA, sarebbe accaduto 13,7 miliardi di anni fa.

Nei primi istanti dopo questo “grande scoppio”, il Big Bang appunto, si è svolta la gran parte dell’evoluzione dell’Universo. La densità è diminuita, la temperatura anche, e questo raffreddamento ha consentito la formazione della materia primordiale. Le prime stelle si sono accese 400 milioni di anni dopo per effetto dell’attrazione gravitazionale della materia. L’Universo era quindi uscito dalla sua era buia (in inglese Dark Age).

Quindi il Webb non potrà osservare il grande scoppio con cui il cosmo è nato. Potrà dirci molto sui primissimi oggetti che sono cresciuti dal materiale del Big Bang, e che potrebbero essere molto diversi da quelli che vediamo oggi. C’è anche la possibilità che siano cresciuti rapidamente e si siano distrutti, così che non se ne troverebbero più le tracce nel materiale recente. Tuttavia i primi milioni di anni di vita dell’Universo sono stati completamente bui. Quindi non c’è nessuna luce da catturare, e il Webb non avrà nulla da osservare nella Dark Age che ha preceduto la formazione delle prime stelle. Questo se la teoria del Big Bang, a oggi la più accreditata, è vera per come noi la conosciamo

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